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Un assaggio di neuroscienze …

Si sente spesso parlare di “neuroscienze”, attualmente, ma non tutti sanno davvero di quale tipo di disciplina si tratti e quali siano gli ambiti più salienti di questa vasta area del sapere.

Gli ingredienti che la costituiscono

Le neuroscienze sono costituite da un ampio numero di discipline: psicologia, biologia, neurologia, psichiatria, anatomia, fisiologia, ingegneria, medicina, matematica, fisica.

foto di stux

Gli scopi delle neuroscienze

Le neuroscienze studiano in modo scientifico il sistema nervoso sia in stato di salute che in condizioni patologiche. Si occupano dello sviluppo del sistema nervoso, delle sue caratteristiche anatomiche, del suo funzionamento, del comportamento umano, delle connessioni esistenti tra le varie regioni cerebrali.

Le aree del sistema nervoso comprendono il cervello, i nervi e il midollo spinale.

Tra gli altri obiettivi di studio, troviamo anche la prevenzione dei disturbi della psiche in senso ampio: disagi psicologici, psichiatrici, neurologici.

Nascono intorno agli anni Sessanta del secolo scorso e il nome di questo ambito disciplinare è stato coniato da Francis Otto Schmitt, biologo e docente universitario del MIT (Massachusetts Institute of Technology di Boston) che costituì il primo gruppo di ricerca in questo settore.

Questo primissimo gruppo di ricercatori e sperimentatori era formato da specialisti di diversi ambiti perché, secondo Schmitt, per comprendere a pieno la mente umana, era necessario mettere insieme più saperi scientifici, abbattendo il più possibile tutte quelle “barriere” che sembrano separare i vari ambiti del sapere umano.

Esempi

Quali sono le questioni indagate dalle neuroscienze? Per semplicità, provo a fare qualche esempio.

Come elabora, il nostro cervello, le informazioni? Quali sono le origini delle nostre emozioni? Dove è localizzata la coscienza umana e come funziona? Come si sviluppa una demenza? Come arrestare una patologia nervosa? Che cos’è l’intelligenza artificiale?

Questa è la tipologia di domande alle quali rispondono (o provano a farlo) le neuroscienze.

immagine di ColiN00B

Le branche del sapere neuroscientifico

Possiamo distinguere alcune sottodiscipline, nell’alveo delle neuroscienze, che sono:

  • la PSICOBIOLOGIA che studia il comportamento (umano e animale) in relazione alle sue basi biologiche
  • le NEUROSCIENZE COGNITIVE che studiano le basi biologiche, neurologiche e cerebrali di processi come l’attenzione e la memoria (e molto altro)
  • le NEUROSCIENZE AFFETTIVE che, invece, sono centrate sullo studio delle emozioni, degli affetti e dei loro correlati biologici, neurologici e cerebrali
  • le NEUROSCIENZE COMPUTAZIONALI che comparano modelli matematici e funzionamento della mente
  • la NEUROLINGUISTICA, che unisce e amalgama i saperi derivanti dalla linguistica, dalla psicologia e dalle neuroscienze cognitive
  • la NEUROPSICOLOGIA, che si occupa di deficit e lesioni cerebrali
  • le NEUROSCIENZE MOLECOLARI E CELLULARI, basate sullo studio delle cellule e delle molecole che costituiscono il nostro cervello.

Nomi

Un celebre neuroscienziato che ha vinto il Premio Nobel per la medicina è Eric Kandel, neurologo, psichiatra austriaco, al momento ancora vivente.

potete trovare questo saggio qui

Kandel si è occupato di studiare la plasticità sinaptica (la capacità del cervello di far nascere, modificare ed eliminare connessioni cerebrali) e di memoria attraverso alcuni famosi esperimenti realizzati sull’Aplysia californica, mollusco noto anche come “lepre di mare”, dotato di sistema nervoso più semplice di quello umano.

Altro nome noto è quello del neuroscienziato Antonio Damasio, studioso, professore e saggista portoghese che attraverso le sue ricerche ci ha fatto scoprire che le emozioni hanno un importante ruolo nei processi di decision making.

Scoperte famose

Corre l’obbligo di ricordare una fondamentale scoperta neuroscientifica che porta la bandiera italiana: quella dei neuroni “specchio” e delle loro funzioni.

I neuroscienziati Giacomo Rizzolatti e Vittorio Gallese, ricercatori dell’Università di Parma, infatti, a inizio anni Novanta, studiando la corteccia premotoria, scoprirono che esistono alcuni particolari neuroni che consentono di provare empatia, imitare azioni e creare legami sociali: i neuroni “specchio”, o anche “sistema specchio”.

Questi neuroni sono stati per la prima volta scoperti durante alcuni esperimenti effettuati con i macachi. Ancora oggi, questa scoperta genera riflessioni, curiosità, nuove ricerche e ha dato un contributo fondamentale alla conoscenza del nostro cervello.

L’esperimento e le sue importanti conclusioni le potete leggere qui.

Webgrafia consigliata

Bibliografia consigliata

Damasio A. (2018) Lo strano ordine delle cose. La vita, i sentimenti e la creazione della cultura, Adelphi Editore

Damasio A. (1995) L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi Editore

Kandel E. (2017) Alla ricerca della memoria. La storia di una nuova scienza della mente, Codice Editore

Kandel E. (2016) L’età dell’inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni, Raffaello Cortina Editore

Kandel E. (2010) Come funziona la memoria. Meccanismi molecolari e cognitivi, Zanichelli Editore

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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