In equilibrio con il cibo: la vigoressia
Nell’articolo precedente (che potete leggere qui) abbiamo affrontato il tema dell’ortoressia, l’ossessione del “mangiar sano”, così come l’ho definita. In questo articolo, invece, tratteremo la vigoressia, nota anche con il nome di bigoressia.
Vigoressia: definizioni
I vigoressici sono individui costantemente focalizzati su un tema specifico: la forma fisica.
La preoccupazione di queste persone è relativa al fatto che percepiscono il loro corpo come troppo piccolo, esile, non sufficientemente muscoloso e prestante.
Molto di frequente in questa popolazione troviamo appassionati (se possiamo intendere in questo modo, una passione) di body building, sollevatori di pesi, culturisti, atleti agonisti.
Questo modo di percepire il proprio corpo rende tali soggetti costantemente inquieti e mai soddisfatti di sé.
Ciò li conduce ad allenarsi in modo ossessivo, sottoponendo il corpo ad ingenti sacrifici sia in termini di training sportivo, sia di dieta alimentare e spesso li porta ad assumere integratori più o meno salubri.
Ho incontrato persone che effettuavano più allenamenti in un solo giorno, tutti i giorni della settimana: sconvolgente ma vero.
Vi viene in mente qualche persona di vostra conoscenza?
Vigoressia: inquadramento diagnostico
La vigoressia è un modo alquanto disequilibrato e insano di prendersi cura di sé.
Questa condizione è annoverata nel DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, 2013) con il nome di disturbo dismorfico.
Ciò significa che chi ne soffre ha un problema nella percezione del proprio corpo, che vede in maniera poco lucida, poco obiettiva, subendo forti interferenze da parte di un ideale di corpo irraggiungibile, dunque irrealistico e anche poco sano.
Le persone in questo “stato” sono tormentate dalla preoccupazione che il loro fisico non sia sufficientemente “vigoroso” (da cui il nome della condizione), dotato di una solida e visibile muscolatura, capace di trasmettere un certo senso di “salute” non proprio in linea con i criteri della condizione di benessere bio-psico-sociale.
A ben vedere, però, questa presunta salute non è tale e i tentativi di raggiungere la forma considerata “giusta” sono continui, sempre insoddisfacenti e conducono, alla fine dei conti, ad uno stato di “non salute”.
Vigoressia come mancanza di equilibrio
Abbiamo compreso come la vigoressia non sia propriamente una condizione di salute psicofisica, nonostante le convinzioni di chi “ci sta dentro”.
Questa condizione, oltre che come disturbo dismorfico (o anche dismorfofobico), è nota anche come “dismorfia muscolare“.
Come accennato poco sopra, la mancanza di equilibrio tipica di questa condizione patologica sta nel fatto che chi ne soffre intraprende regimi alimentari quasi del tutto sbilanciati, a favore di una massiccia assunzione di proteine e, spesso, di integratori in grado di aumentare la massa muscolare.
Tra questi integratori, sono purtroppo molto diffusi gli steroidi anabolizzanti, sostanze che, se assunte con continuità e in dosi massive, possono generare disturbi cardiocircolatori gravi, importanti e irreversibili squilibri ormonali, pericolose infezioni (HIV/AIDS), disturbi psichici e disequilibri psicologici (patologie conclamate ma anche accessi di rabbia e atti violenti) e possono condurre al decesso precoce.
Le conseguenze della vigoressia
Come nel caso dell’ortoressia, anche in questa condizione i soggetti che ne soffrono vivono sulla loro pelle notevoli conseguenze.
Carenze importanti
Uno degli scotti da pagare per coloro i quali si sottopongono a sforzi fisici ingenti e diete strampalate, sta nel fatto che questi individui soffrono di carenze quasi croniche relativamente ad alcuni elementi nutrienti fondamentali per il benessere psicofisico.
Alcuni vigoressici incorrono in condizioni di vera e propria malnutrizione che può condurre a disagi più o meno lievi, fino a patologie croniche invalidanti.
Le convinzioni alimentari che animano i vigoressici sono quasi del tutto erronee; partono da principi generali che possono anche essere corretti ma poi li stravolgono quasi completamente, arrivando ad estremizzare alcuni concetti, se non a fantasticare processi fisiologici impossibili.
Socialità e lavoro compromessi
Un’altra sfera che tende ad essere compromessa in quanto molto trascurata e ritenuta di scarsa rilevanza è quella sociale: i vigoressici sono individui alquanto solitari, del tutto assorbiti dalle questioni relative al loro aspetto fisico e a come “migliorarlo” e non badano alle relazioni con gli altri.
Possono prendere parte a corsi, classi di fitness, concorsi ma, poi, di base, restano chiusi nel loro mondo e questo crea non pochi conflitti a livello interpersonale.
Lo stesso discorso può essere applicato alla sfera professionale, marginalizzata e gravemente trascurata. Il pensiero cardine di queste persone è la forma fisica, una vera ossessione, al pari delle condizioni di dipendenza patologica (da sostanze o da gioco d’azzardo), nelle quali la sostanza d’abuso o la giocata la fanno da padrone nell’esistenza di queste persone.
La personalità e le sue dinamiche più profonde
Nel profondo della psiche di questi individui si animano movimenti connessi ad un forte senso di inadeguatezza.
La muscolatura, in questi casi, servirebbe come strumento compensatorio, a fronte di un carente senso di sé.
Il farsi “grossi” e quindi in qualche modo “temibili” è un tipico comportamento del mondo animale: più il nemico è voluminoso, più sembra feroce e, di conseguenza, avrà minori probabilità di essere minacciato da altri animali.
Queste carenze psicologiche, piuttosto che essere riconosciute dai soggetti e affrontate per quello che sono, cioè come dinamiche “interne”, vengono invece “spostate sul corpo” (attraverso il meccanismo difensivo detto proprio “spostamento”).
Le questioni psicologiche vengono esteriorizzate, somatizzate e il focus viene, così, spostato su un altrove sul quale si ha l’illusione di poter operare un cambiamento (attraverso la modifica del corpo o di una sua parte).
Tali personalità sono spesso caratterizzate da forte pragmatismo e scarso insight (cioè debole capacità di riflettere su di sé). Questi due tratti rendono il trattamento di queste persone alquanto complesso.
Le difficoltà che si incontrano in questi casi sono relative alla richiesta d’aiuto: i vigoressici, purtroppo, non si rendono facilmente conto di essere in difficoltà, quindi, non riconoscendo la vigoressia come un problema, non ritengono di avere bisogno di supporto psicologico.
Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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