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Non si scherza col gioco! Primo appuntamento con il gioco d’azzardo

Giocare

La sfera ludica è fonte di grande carica e creatività, per l’essere umano. Giocare permette ai bambini di crescere: inoltre costituisce un diritto fondamentale dell’età evolutiva (articolo 31 della Convenzione dei diritti dell’infanzia, la potete trovare QUI).

Attraverso il gioco e lo svago gli adulti possono prendersi una pausa, uscire dalla routine e far distrarre la mente, hanno la possibilità di “mettersi in gioco”, sperimentarsi, far volare la fantasia.

foto di blickpixel
Giocare d’azzardo

Quando sentiamo parlare di “gioco d’azzardo”, può capitare di bollare questa modalità ludica come negativa, malata, da evitare. In realtà, con l’espressione “azzardo” si intende un tipo di gioco che ha due caratteristiche fondamentali.

In primo luogo, nel gioco d’azzardo il caso ha un ruolo preponderante: la parola francese hasard significa proprio “caso”, mentre il termine arabo az-zahr indica i dadi, uno dei più antichi giochi di questo tipo, basato completamente sul caso.

Il secondo, fondamentale tratto tipico del gioco d’azzardo, è costituito dal fatto che vi è sempre una posta in ballo: se pensiamo all’innocente tombola o al mercante in fiera, sembrerà incredibile ma sono anch’essi giochi d’azzardo. L’espressione “azzardo” non implica, di per sé, un’accezione spregiativa.

foto di Mayya666
Quando l’azzardo si trasforma in un problema

Il problema sorge quando chi si approccia a questa tipologia di intrattenimento possiede una certa struttura di personalità (dai tratti impulsivi) o un franco problema di natura psichiatrica (come un disturbo depressivo, per fare un esempio) ovvero se si tratta di un individuo che sta vivendo un momento particolarmente delicato (ad esempio: l’età adolescenziale, fase nella quale si è fisiologicamente più fragili e facilmente influenzabili).

In questi casi, il gioco, da momento di svago e relax, si trasforma in ossessione e diventa il “pozzo senza fondo” nel quale investire tempo e denaro, anche a discapito delle nostre finanze e della sorte dei nostri familiari. Quando l’impulso al gioco d’azzardo diventa irresistibile e ci investe completamente, siamo caduti nel baratro della ludopatia.

All’epoca in cui ero in servizio presso una ASL romana nella quale si trattavano nello specifico varie dipendenze (SerD), pur non occupandomi in prima persona di gioco patologico, mi ci sono comunque dovuta confrontare.

Nel servizio, infatti, sentivo spesso ragionare su questo argomento le colleghe responsabili dell’area GAP (gioco d’azzardo patologico) e, non di rado, i pazienti con i quali mi confrontavo mi confidavano che, oltre ad avere problemi con le sostanze, avevano (o avevano avuto) molte difficoltà anche con “la dipendenza senza sostanza”, cioè il gioco problematico o addirittura con il gioco patologico.

Causa di vergogna e imbarazzo sia da parte dei diretti interessati che dei familiari, il GAP costituisce un problema enorme, nel mondo, e negli ultimi decenni è cresciuto a dismisura anche in Italia, a causa di scelte scellerate da parte dei vari governi che si sono succeduti.

foto di ThorstenF
Il gioco d’azzardo in Italia

Per lunghi anni abbiamo guardato con sospetto e un certo fastidio quei paesi che, come la Gran Bretagna, avevano liberalizzato il gioco d’azzardo: poi, come spesso accade, abbiamo “ceduto” anche noi.

Fino agli anni Novanta, in Italia era possibile giocare solo al gioco del Lotto, al Totocalcio, alle scommesse ippiche e alle lotterie. Da quegli anni in poi, purtroppo, il gioco d’azzardo è stato sempre più considerato un nuovo mercato, una fonte di guadagno per il nostro Stato, una “leva fiscale“.

Da metà anni Novanta in poi, sono stati introdotti l’ormai celebre “Gratta e vinci” (governo Ciampi), la doppia giocata al Lotto, il Superenalotto e sono state aperte le sale da scommessa (governo Prodi), sono nate le sale bingo (governo D’Alema), il gioco on-line (governo Prodi bis), fino all’introduzione di nuove lotterie, nuove estrazioni del Lotto, VLT (slot machine) con il governo Berlusconi.

foto di ValterM
Evoluzioni e involuzioni

Calciatori famosi e altri personaggi dello spettacolo hanno accettato di pubblicizzare questi tipi di gioco, aumentando ulteriormente la diffusione del gioco d’azzardo e, naturalmente, il numero di giocatori patologici.

Quando la questione ha raggiunto numeri esorbitanti e i giocatori compulsivi si sono trasformati in numeri preoccupanti … in Italia, nel 2012, con il decreto Balduzzi, è “nata” una nuova patologia: la ludopatia!

Lo Stato, che nei decenni precedenti ha favorito la diffusione del gioco d’azzardo in tutte le sue forme, via via più accessibili e raggiungibili, ha dovuto dichiarare uno stato d’emergenza silente ma sempre più allarmante, fornendo ai giocatori compulsivi delle forme di prevenzione, cura e riabilitazione, anche attraverso l’inserimento del GAP nei LEA (livelli essenziali di assistenza).

I LEA sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini (gratuitamente o dietro pagamento di ticket).

Le persone che, attualmente, sono afflitte da gioco d’azzardo patologico, nel nostro paese, sono oltre un milione e trecentomila. Questi dati sono in aumento. Circa dodicimila di questa importante fetta di italiani è in trattamento medico o psicologico.

A breve il secondo appuntamento! Non mancate!

Bibliografia consigliata

Corio S., Giampà A., Paciotti S. (2021) Il gioco d’azzardo patologico. Perdersi e perdere tutto, L’asino d’oro, Roma

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).

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