I gatti e noi: un libro sul legame tra felini e umani
Ho di recente letto un piacevolissimo libro scritto da un autore americano che chi ama i gatti non può non leggere.
Già il titolo suona parecchio accattivante: La vita emotiva dei gatti.

L’autore
Chi ha scritto questo originalissimo libro si chiama Jeffrey Moussaieff Masson: nato a Chicago nel 1941, Masson è uno scrittore, uno studioso di sanscrito e uno psicoanalista.
Ad un certo punto della sua vita, quest’uomo ha deciso di trasferirsi a vivere in Nuova Zelanda con la sua giovane moglie, in una casa con accesso diretto alla spiaggia. Essendo appassionato di gatti, perché non adottarne uno?
O meglio, perché non adottarne cinque?! Così, Masson, tra i suoi gattini e la nascita del piccolo Ilan, conciliando passione per felini e psicoanalisi, inizia ad osservare in maniera abbastanza sistematica la vita dei suoi amici a quattro zampe e decide di dedicare loro un libro.

I gatti
I gatti di Masson hanno nomi alquanto insoliti: Minna, Moko, Megalamandira, Yossie, Miki. Non ci stupisce, da uno studioso di lingua sanscrita.
Masson ci racconta l’incredibile e insolita vita dei suoi cinque gattini, trascorsa tra le mura di casa e la spiaggia sottostante la villa, spesso in giro, tra le dune di sabbia o sul bagnasciuga, in fremente attesa del ritorno dei “padroni” immersi nelle acque neozelandesi.
Ho virgolettato la parola “padroni” perché molti appassionati di gatti sanno bene che questi misteriosi e meravigliosi animali sono privi di padroni. Abituati fin dall’antichità a vivere solitari nella natura, i gatti continuano a non sottomettersi a nessuno. Semmai siamo loro compagni di vita e di giochi. E però sanno amarci in modo unico.
L’osservazione dei suoi felini e le emozioni
Per poter scrivere questo libro, Jeffrey Masson ha dovuto osservare con una certa sistematicità i suoi cinque felini: senza esagerare con il rigore e la scientificità, è comunque riuscito ad identificare alcune emozioni che, a suo parere, i felini sono in grado di provare.
Le emozioni dei gatti sarebbero nove:
- narcisismo (eh sì, un’emozione! Che avete da obiettare?!)
- appagamento
- attaccamento
- gelosia
- paura
- rabbia
- curiosità
- giocosità
- amore
Ad ogni emozione, Masson dedica un intero capitolo e ciascuna emozione viene spiegata e illustrata con esempi di vita quotidiana. Non voglio togliervi il gusto di scoprire cosa si inventa questo appassionato amante dei gatti, per cui vi consiglio di leggerlo e di farlo con calma e tempo a disposizione.

Il mistero delle fusa
Mi soffermo su questo tema perché mi affascina da sempre. Gli argomenti di questo libro, però, sono tanti e per brevità ho scelto quello che più mi sembra interessante.
L’emissione delle fusa è tipica dei piccoli felini: gatti domestici e selvatici, ocelot, servali. Secondo Desmond Morris, uno dei più importanti esperti di felini al mondo, solo questi piccoli felini sarebbero in grado di fare le fusa, mentre i grandi felini come leoni e leopardi, no.
Secondo altri autori come l’etologa Elizabeth Marshall Thomas, invece, anche i grandi felini sarebbero in grado di fare le fusa.
In ogni caso, si tratta di un modo veramente unico di comunicare.
Cosa sono le fusa? E come vengono prodotte? Senza dubbio, scrive Masson, le fusa sono una manifestazione emotiva, un modo per esprimere un sentimento interiore: quindi non possono mai essere false.
Il meccanismo delle fusa
Le fusa vengono prodotte volontariamente dal gatto e sono generate dal sistema nervoso centrale.
I gatti fanno le fusa quando stanno bene (giocano, mangiano, si godono le nostre coccole) ma anche quando sono angosciati: ad esempio, quando si trovano di fronte a gatti sconosciuti.
A cosa serve emettere fusa? Secondo il pensiero mainstream, le fusa sono una specie di “autocura”: tranquillizzano i gatti che le fanno, quelli che le percepiscono. Quando partoriscono, ad esempio, le mamme gatte fanno le fusa: per tranquillizzare i piccoli e per calmare loro stesse, probabilmente.
In ogni caso, già durante i primi giorni di vita, i gattini, durante l’allattamento, emettono fusa di godimento, comunicando così alla mamma che “è tutto a posto”.
Anche noi esseri umani percepiamo con piacere la dolce vibrazione delle fusa feline e anche noi, come accade ai gatti, ci sintonizziamo su onde di relax e piacere…
“Impossibile trovarsi in presenza di un gatto soddisfatto e non venirne contagiati”, scrive Masson. “Accarezzare un gatto e sentirne le fusa diminuisce la pressione sanguigna” e aggiunge: “io credo che possa anche risollevare il morale”.
Chi ha vissuto accanto ad un felino sa perfettamente a cosa si riferisce l’autore, quando descrive quegli istanti di empatica e reciproca vibrazione emotiva. D’altronde la comunicazione è fatta anche di non verbale, di sensorialità, emotività, ascolto di sé e dell’altro.

In conclusione
In conclusione, desidero non soffermarmi ancora sui contenuti di questo libro perché non amo spoilerare, e quindi: leggetelo! Vi piacerà molto.
Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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